INSUBRIA EXPRESS ( I DISCEPOLI DEL BOLSONARO)

IL PARCO DEL TICINO STUPRATO COME LA FORESTA AMAZONICA?

NON E’ AFFATTO DA ESCLUDERE, DEL RESTO CI SONO 211 MILIONI DI BUONI MOTIVI!

Tutti i nodi sono destinati a venire al pettine, ed un nodo, che noi di Malagenta.it abbiamo evidenziato da tempo è proprio lo scempio che si vuole fare nel Parco del Ticino, ricordate?

Per mettere fumo negli occhi e nascondere gli ambiziosi piani di cemento, il Parco del Ticino ha patrocinato eventi come questo:

Il 19 gennaio 2021 ( l’altro ieri), IL FATTO QUOTIDIANO ha pubblicato l’articolo :Nuovo snodo ferroviario per Malpensa minaccia il Parco del Ticino. Proprio in piena crisi climatica (link)

Riportiamo alcuni passaggi:

Di recente l’Enac, Ente regolatore competente sui temi dell’aviazione per conto del ministero dei Trasporti, ha emesso la Dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità e urgenza relativa al progetto di collegamento ferroviario Aeroporto di Malpensa T2 – Linea Rfi del Sempione. Si tratta del progetto di un secondo accesso ferroviario a Malpensa, un nuovo tracciato che attraverserà per tutto il suo corso di 5,6 km il Parco Ticino, a sud della provincia di Varese, cancellando i boschi di una delle rare zone ancora rimaste verdi in un’area già enormemente deturpata e delicata.

L’opera prevista, poi, ha dei costi complessivi esorbitanti: 211 milioni di euro, 37,6 al km, il triplo del costo di un solo km di Alta Velocità in Europa. Inoltre, c’è il timore che eventi corruttivi inquinino maggiormente il territorio, visto che pochi anni fa la magistratura si è occupata del collegamento ferroviario gemello Malpensa Terminal 1 – Terminal 2 (opera preliminare, realizzata anch’essa a costi stratosferici) compiendo indagini e successivamente arresti per corruzione.

Resta il fatto che guardando come i passeggeri si recano in aeroporto emerge che solo il 15% arriva o parte da Malpensa in treno (mentre gli eroporti del Nord Europa raggiungono percentuali vicine al 50%), il 17% usa l’autobus e oltre il 60% l’automobile.

Fra le numerose contrarietà, esposte pubblicamente a più riprese, che hanno visto associazioni ambientaliste e soggetti privati agire con azioni di contrasto al Paur (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) rilasciato da Regione Lombardia, emerge che Enac, Regione Lombardia e Trenord, con arroganza, hanno voluto ignorare il valore ecologico dell’area naturale, che sarebbe ulteriormente frammentata e ferita dalla realizzazione del discutibile e costoso progetto.

L’evidente insipienza ecologica degli Enti promotori è il punto nodale su cui si basa l’opposizione ambientale. I boschi della zona, ingiustamente giudicati sacrificabili, sono infatti indispensabili al funzionamento del corridoio biologico lungo la valle del fiume Ticino: area considerata una priorità europea, essendo questo il corridoio ecologico di collegamento tra le Alpi e gli Appennini, grazie a cui l’Europa continentale è collegata attraverso la pianura padana con il bacino del Mediterraneo e l’Africa. Così come l’Europa pensa ai corridoi autostradali o ferroviari, è attenta anche a quelli ecologici, ai quali invece i sostenitori della nuova linea ferroviaria non vogliono dare peso.

Tale collegamento biologico, però, è di grande importanza nell’attuale situazione climatica, dal momento che i cambiamenti in corso creano una mobilità della fauna davvero eccezionale. Uccelli, mammiferi, pesci e farfalle utilizzano il corridoio verde del fiume Ticino per raggiungere il Nord. Eppure l’aeroporto di Malpensa è collocato a ridosso del fiume, quasi soffocando l’area naturale.

La Conferenza di Servizi presso Regione Lombardia si era conclusa con il “no” fermo degli enti sui cui territori insiste il progetto, chiamati a decidere sulla compatibilità ambientale dell’opera: il Parco del Ticino e i quattro Comuni interessati. Ma Regione Lombardia ha tirato dritto, incurante dei pareri negativi. Contro la decisione è stato presentato ricorso al Tar da parte di Legambiente, Parco Ticino e dai Comuni di Casorate Sempione e Cardano al Campo.

Vale la pena ricordare che la procedura di Via (Valutazione impatto ambientale) è stata avviata da Regione Lombardia in assenza di una Vas territoriale preliminare, che giustifichi la sostenibilità ambientale di quest’opera pensata al servizio della crescita dei passeggeri aeroportuali. L’Analisi Costi-Benefici – redatta dal Politecnico di Milano, tenuta nascosta nei cassetti di Regione Lombardia e infine scovata e resa pubblica da Legambiente – non la ritiene affatto positiva, salvo la presenza di condizioni oggi inesistenti. Nel suo ricorso, Legambiente espone un’ampia articolazione di fattori concernenti ciò che gli ambientalisti ritengono vere e proprie irregolarità compiute da Regione Lombardia nello svolgimento della procedura di Via.

La crescita passeggeri ipotizzata appare del tutto irrealistica, sia per le recenti disposizioni europee in materia di trasporto aereo (sta sensibilmente crescendo la vergogna di volare, oltre che il riconoscimento dell’inquinamento degli aerei), sia per il collo dei passeggeri aeroportuali sulla linea ferroviaria Milano Cadorna-Malpensa, abbondantemente sufficiente avendo servito l’Expo. Mentre da Nord è già presente il collegamento attraverso il passante di Busto Arsizio (la linea Gallarate-Busto-Malpensa richiede solo qualche minuto in più rispetto alla Gallarate-Malpensa).

Alla luce di questo, l’intervista che ci aveva rilasciato la Dott.ssa Gioia Gibelli assume nuovo significato.

Ma l’uomo chiave di tutti i business di cemento in questa zona è quel Massimo Garavaglia che viene sfiorato da mille inchieste , ma come “ercolino” rimane sempre in piedi. Chissà se la capace redazione di Rai Report vorrà approfondire i business dell’est Ticino.

Lo staff di Malagenta.it